Andrecars contro ATS

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In questi giorni tanti salotti virtuali sono impegnati a discutere di una situazione a dir poco grottesca.

Protagonista di questa vicenda, è la sconcertante similitudine che lega la nostrana ATS Sport 1000 ad un progetto di fattura inglese, la Andrecars. Vi abbiamo mostrato la Sport 1000 lo scorso autunno e lo abbiamo fatto accogliendo questa news col cuore letteralmente colmo di gioia! ATS, Marchio di nobili origini, decisamente sfortunato ma con una storia dietro molto affascinante è risorto. Come la leggenda dell’Araba Fenice, la factory nostrana è rinata con un progetto serio, ben organizzato e che strizza l’occhio proprio a noi appassionati di guida e di track day. Al timone di comando troviamo Gianluca Gregis e Daniele Maritan. Finalmente anche noi italiani abbiamo un mostro da pista agile e leggero, pronto per sfidare i famosi costruttori inglesi. Come in un derby tra Nazioni che hanno da sempre scritto pagine e pagine di storia del motorsport e dell’automobilismo, la Sport 1000 è pronta per scendere in pista e battersi a suon di giri veloci contro Radical, Caterham, Ariel Atom e ogni genere di barchetta.

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Quando abbiamo visto il sito della Andrecars, però, ci sono cascate le braccia. Abbiamo subito pensato ad una collaborazione tra i 2 Marchi. Ci siamo fatti una risata e abbiamo creduto, sperato, che gli inglesi fossero arrivati dopo. Tsz, questi copioni! Non hanno retto alla tensione e per paura di perdere si sono dati al copia/incolla spudorato. Roba che Colin Chapman e Bruce McLaren a saperlo… altro che rivoltarsi nel tomba. Un fucile a pompa e una visita dall’aldilà.

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Magari si fosse trattato di una collaborazione. C’è qualcosa che non torna. Il progetto Andrecars è datato 2008, con presentazione ufficiale nel gennaio del 2009. In Italia, Autoblog e Omniauto, ad esempio, hanno dedicato un articolo al mezzo progettato da Andre Brown, il titolare della Andrecars. Anche Gianluca Gregis lo ha fatto nel suo blog, nell’estate 2010. Il blog adesso è ad accesso riservato, ma nella sua fanpage ufficiale presente su Facebook è rimasta la condivisione con tanto di data. L’ATS Sport 1000 è invece un progetto più giovane, ultimato nel 2012. Curiosi di capirne di più abbiamo chiesto ai protagonisti di questa vicenda di avere news, desiderosi di ascoltar la loro storia. Con ATS ci è andata piuttosto male. Per la precisione, abbiamo parlato con Gianluca Gregis via mail ma l’esito non è stato quello sperato. Non hanno nulla da dichiarare al riguardo e questo segna per noi la fine dei giochi. E tante domande rimarranno senza risposta. Peccato. Andre Brown invece si è dimostrato molto più voglioso di chiacchierare e ci ha raccontato un po’ di cose. Ovviamente non possiamo prenderle come verità assolute, manca il riscontro della controparte, però ci fa riflettere che a distanza di tre anni, due diretti competitors si affacciano sul mercato con due auto apparentemente molto simili e alla semplice domanda “ma che succede” reagiscano in modo così diverso. Andre Brown si rende disponibile a qualsiasi chiarimento, mentre in ATS oltre al no comment di prima abbiamo ricevuto l’invito a non scrivere nulla. A voi le conclusioni.

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Ma torniamo a tutta velocità sul progetto di Andrecars perché merita. L’open source abbraccia l’automotive. Dal sito andrecars.com è possibile scaricare l’intero progetto e autocostruirsi la propria supercar. Basta registrarsi, fare richiesta e si può accedere alla sezione download. Figata galattica! Un progetto meraviglioso, sviluppato da un team con grande esperienza nel motorsport, ad uso e consumo dei più incalliti car enthusiast. Quelli che le notti le passano insonni chiusi in garage a trafficare con l’auto, con la moglie sconsolata accanto a porgere gli attrezzi e i vicini incazzati per il rumore insopportabile. Quelli che la macchina la conoscono pezzo per pezzo e che addirittura, se la sono costruita. I privati possono accedere al progetto a titolo gratuito, mentre i Costruttori intenzionati a commercializzarla in serie devono pagare una (onesta, tutto sommato) royalty del 10% sul venduto.  Nel 2008 ad aiutare Andre Brown nella realizzazione del primo prototipo, ci ha pensato Adrian Reynard, il titolare della famosissima officina inglese Reynard, fondata nei primi anni ’70 e specializzata nella costruzione di auto da competizione. Andre aveva le idee e le conoscenze, ma gli mancavano esperienza e una solida struttura su cui poggiarsi. Per questo è marchiato Reynard il primo esemplare omologato per la circolazione su strada, battezzato Inverter.

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Non vogliamo cadere nel più becero gossip, nè vogliamo influenzarvi in alcun modo. Però è sconcertante che la Sport 1000 e la Reynard Inverter, alias Andrecars, siano così simili. Anche sotto i leggeri gusci in vetroresina ci sono tante, troppe, similitudini. Il layout è praticamente identico e a leggere le schede tecniche c’è di che confondersi. Provate a confrontarle, le trovate qui e qui. 55 kg di peso per il telaio realizzato in acciaio, carrozzeria composta in 3 gusci e i 4G di tenuta laterale in curva con gomme slick sono le prime analogie che saltano subito all’occhio.

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Andre Brown ci ha comunicato che in passato ci furono dei contatti con Gianluca Gregis per commercializzare anche in Italia la sua barchetta. La trattativa però saltò perché non si raggiunse un accordo che soddisfacesse entrambe le parti. Sostiene anche che l’auto di un suo ex cliente sia arrivata nel nostro Paese. Nonostante crediamo alla sua buona fede e non abbiamo motivo di dubitar delle sue parole, non è il caso di badar troppo a quest’ultima affermazione. Fosse anche stata acquistata dalla dirigenza ATS – e siamo nel campo delle ipotesi – non c’è niente di male visto che ormai questa è considerata una normale prassi, comune a tante altre aziende. Nissan, ad esempio, sezionò e studiò accuratamente la 911 Turbo durante la progettazione della GTR R-35. In tempi più recenti alla Alfa Romeo hanno sventrato un bel po’ di Lotus Elise e Toyota MR2 per prendere spunto per la 4C. Non crediamo possibile che un Marchio impegnato a rilanciarsi e che tanto si è esposto nel web come l’Automobili Turismo e Sport possa aver copiato a piene mani dalla creazione firmata Andrecars, anche se è quello che sostengono oltremanica. Rappresenterebbe un suicidio da parte degli uomini ATS, prima ancora di rilanciare definitivamente il Marchio. Ma a vederle, è innegabile che le due auto siano pressoché identiche, differiscono davvero solo per alcuni dettagli, e sembra davvero che derivino dal medesimo progetto. Servirà scavare più a fondo!

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Da appassionati di automobili e di guida sportiva, ci auguriamo che sottopelle ci siano così tante modifiche da rendere veramente diverse le due auto. Non rimane che vedere cosa succederà in futuro. Ma in tutta onestà, di chi ha progettato cosa, chi ha registrato per primo il design o chissà quale componente, poco importa. A noi dispiace solo che un glorioso Marchio, figlio di grandi menti come Bizzarrini, Chiti e Tavoni, si ritrovi in questa situazione. E ci rattrista realizzare che un’idea tanto bella quanto interessante come l’open source dedicato alle kit car, sia inciampata così.

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Qui nessuno vuole trarre conclusioni. Non siamo qui per fare processi, ma solo per condividere le nostre impressioni. Siamo aperti ad ogni considerazione da parte Vostra, cari lettori e da parte delle Case automobilistiche coinvolte.

 

Photogallery raffronto

 

Photogallery Andrecars – Reynard Inverter

 

Photogallery ATS Sport 1000

 

 

Tutte le foto e le informazioni tecniche sono state raccolte accedendo ai siti web e alle pagine ufficiali Facebook di entrambe le parti. 

Scritto a quattro mani con il buon Alessandro Zanchi