Basta sognare. ATS Sport 1000 è tempo di guidare!

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Vi avevamo già parlato di Gianluca Gregis, e del suo grande lavoro per ridar vita al Marchio ATS, Automobili Turismo e Sport.

Dopo avervi mostrato la 2500 GT, la Gran Turismo 2 posti secchi che pesterà i piedi alle varie Cayman ed Evora, è arrivato il momento, finalmente, di parlare della ATS Sport 1000. E’ innegabile che questa barchetta ha nel mirino auto che hanno la fama di killer. A suon di tempi veloci in pista le varie Radical e Caterham son state capaci di costruirsi un’aurea di invincibilità che potrebbe vacillare. Come una moderna Cleopatra, la Sport 1000 ha tutti i numeri per far crollare l’impero delle supercar inglesi. E lo fa con le loro stesse armi. Facendo della leggerezza e del bilanciamento delle masse il proprio credo.

Adding power makes you faster on the straights. Subtracting weight makes you faster everywhere

Colin Chapman

 Chissà quante volte si sarà ripetuto queste parole il buon Gianluca durante la progettazione e realizzazione della sua Sport 1000. Del resto, perché cambiare una formula vincente? Vi snoccioliamo qualche dato davvero interessante. Guardare il telaio è un un tuffo al cuore, è come sfogliare le vecchie foto ingiallite delle auto da competizione degli anni ’60 e ’70. Realizzato in tubolare d’acciaio, viene poi scatolato con pannelli in alluminio. Il peso complessivo è di soli 55 kg! Il vestito, un attillato abitino cucito su misura in GRP, ferma la bilancia a 57 kg. La Scuderia ATS deve le sue origini alle competizioni e in quest’ottica, tutti i pannelli della carrozzeria sono removibili per consentirne una rapida sostituzione e soprattutto, poter accedere senza problemi alle componenti meccaniche. Chiave torx in mano, bastano 5 minuti per spogliare completamente la Sport 1000. Non male davvero.

 

Per le sospensioni la configurazione scelta è a triangoli sovrapposti montate su tamponi in teflon e uniballs, con ammortizzatori totalmente regolabili. In tema di sicurezza invece, Gianluca ha optato per un crashbox anteriore posto nel musetto con il compito di assorbire l’energia cinetica durante l’impatto. Il rollbar presente è costruito con tubi da 50mm e il piantone dello sterzo è collassabile. Il serbatoio di carburante è in alluminio e vede l’uso della spugna explosafe per garantirne la massima sicurezza. Le cinture realizzate dalla torinese Sparco sono a 6 punti.

Complice il ridotto peso e la scelta di utilizzare un impianto frenante Tar-Ox con pinze a 6 pompanti per entrambi gli assi, la frenata è davvero efficace e con spazi d’arresto ridotti. Per quanto riguarda il gruppo motore-cambio, viene data totale libertà al cliente. Secondo le proprie preferenze è possibile montare qualunque motore di derivazione motociclista e annesso cambio, purché si tratti di una configurazione a 4 cilindri in linea.

 

Grazie ai test svolti in galleria del vento, lo Staff è riuscito non solo ad ottimizzare la penetrazione aerodinamica della macchina, dotandola di fondo piatto ed estrattore posteriore. Il disegno della carrozzeria e delle componenti aerodinamiche consente di raggiungere un carico aerodinamico di 1150 kg! In ordina di marcia la vettura pesa solo 400 kg. Un dato realmente impressionante  e non serve aggiungere che non vediamo l’ora di poggiar le nostre chiappe sul sedile da corsa (ma dai?!) e testare a fondo questa creatura! Gianluca dove sono le chiavi?!?!

 

Come il DNA del Marchio impone, l’auto è stata concepita per le competizioni, soprattutto per gare di salita, club o monomarca. Come la miglior concorrenza, anche per “Lei” è prevista la commercializzazione di una versione omologata per l’uso stradale. in questo caso, troveremo un secondo sedile e ovviamente tutte le componenti necessarie per circolare su strada come fari e frecce. Per mettervi in garage, scusate.. box, questa barchetta non occorre vendere un rene o metter mano ai soldi messi da parte per mandare i figli all’università. Bastano 25 mila €….

 
 
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