AAA: emozioni al volante cercasi

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La vera emozione della guida. Che cos’è?

Questa volta vogliamo essere brutali.  Niente giri di parole, niente aceto balsamico sull’insalata. Vogliamo una risposta. Poche e chiare idee, intesi? A costo di sembrare brutti e cattivi vogliamo aprirvi gli occhi. Parliamone insieme subito ed evitiamo malintesi in futuro. Impossibile rispondere? E’ soggettivo? Balle, sono solo balle.

Quando si parla di emozione della guida si cade spesso in errore confondendo l’emozione con il divertimento. Che è come parlar di vino bianco a chi beve solo il rosso. Sempre vino è ma sono 2 mondi diametralmente diversi. Le pubblicità poi non aiutano, inflazionando il concetto stesso di emozione per ogni modello che hanno in commercio. Intanto dobbiamo tenere a mente che l’emozione è quel feeling che, come se fosse un abito sartoriale, nasce quando la macchina viene cucita addosso a chi la guida. E’ quella cosa che se anche non stai andando al massimo ti fa godere. Che scendi dalla car e hai la schiena sudata e la faccia da fessacchiotto ma col sorrisone a 28 denti. Ovviamente 28, perché godere così tanto andando piano vuol dire che mancano almeno i denti del giudizio! Questa è la fondamentale differenza tra divertirsi ed emozionarsi al volante.

Guidare la tranquilla berlina di papà può essere piacevole, se sei masochista. Guidarla come un matto usando il freno a mano per farla girare in un tornante è meravigliosamente divertente. Ma è solo divertente. Per fortuna ci sono auto che solo guidarle in autostrada sotto il limite di velocità è emozionante. Anche se vai piano te le godi. Godi perché non sei dentro la macchina, ma sei parte di lei. Godi perché sai che ti farà godere ancor di più se aumenti il ritmo. Figuriamoci quando la porterai al limite. Abbiamo scelto di parlavi di emozione di guida perché in redazione è tutto il giorno che ci diamo dentro con i festeggiamenti. L’alcool scende a fiumi, le cazzate non si contano più e siamo  tutti in fila a fare il trenino con le trombette e i coriandoli in mano manco fosse Capodanno. Vi siete studiati bene le foto che stiamo pubblicando?

Perfetto, e adesso si balla! Tranquilli, siamo serissimi. Perché Simon Lambert, l’uomo a capo dell’Ufficio Tecnico e Motorsport (il braccio destro di Tony Fernandez insomma) ha presentato l’arma definitiva. La nuovissima Caterham Superlight R600. Oh sì sì, non vi preoccupate, siate pure scurrili… siete in ottima compagnia!

Ma torniamo alle cose serie, la nuova R600 è la suppostona che farà vedere i sorci verdi a tutte le supercar con velleità pistaiole. Se già le ottime R500 erano inavvicinabili, con questo modello Caterham ha decisamente innalzato il livello. Il corredo tecnico è come da tradizione di tutto rispetto e scorrendo lungo la scheda tecnica notiamo che il famoso e indistruttibile Duratech (ahahaha mai nome fu più azzeccato) Ford ha una potenza massima di 275 cavalli e 270NM di coppia. Il cambio è un sequenziale a 6 rapporti e il differenziale posteriore è fornito dalla Titan.

 

As the fastest Seven we’ve ever built, this will provide our existing R300 racers with a real step up and a new and exciting challenge, even for experienced drivers. The R600 represents an increase in aggressiveness, although the linear power delivery of the supercharged engine makes it superbly driveable, much like the R300.

Simon Lambert

 

Sarà possibile acquistare questa meraviglia staccando un assegno di 56000 € ma sarà anche disponibile un upgrade kit, riservato alle R300, per trasformare la propria piccola nel mostro che vedete! In questo caso dovrete spillare solo 20 mila € dal vostro salvadanaio. Soldi ben spesi… soldi ben spesi! Se poi vi avanza ancora qualche euro, dal prossimo anno partirà un Campionato Monomarca che utilizzerà proprio le Superlight R600.

E tutto in attesa dei nuovi modelli che sono allo studio e che tutti gli appassionati aspettano con gioia, compreso il rifacimento della Lotus Elise S1. Anzi, proprio in vista di questa grandiosa operazione, è stato creato un nuovo reparto ribattezzato “Caterham Technology and Innovation” con a capo niente meno che Tony Chute. Se questo nome non vi è nuovo ma non riuscite a collocarlo nei vostri ricordi, beh vi aiutiamo noi. Ma solo per questa volta. Tony è stato il project manager proprio della Lotus Elise S1!

Ma perché un Marchio così piccolo e sconosciuto al grande pubblico gode invece di così tanta considerazione? Intanto perché pone come pochi altri il proprio conducente al centro di tutto. La vera emozione di guida insomma! A un tale risultato ci arriva con un prodotto che ovviamente non vanta il bagaglio tecnologico di una Nissan GTR, ma che ha dalla sua i numeri che contano davvero. Tutti, non ne salta uno. A cominciare da chi l’ha progettata per la prima volta, quasi 50 anni fa: Sir Anthony Colin Bruce Chapman il fondatore della Lotus. Uno dei più grandi progettisti di sempre. Tutti noi conosciamo il suo motto

 

aggiungi potenza e andrai forte sul dritto, togli peso e andrai veloce ovunque.

 

Con le sue macchinine leggere e agili riusciva ad avere la meglio contro le auto più potenti ma più pensanti della concorrenza. La Lotus Seven venne costruita proprio con questo spirito.

Il telaio era tubolare come si conviene ad un’auto da corsa. Il motore dietro l’asse anteriore e il conducente appena davanti alle ruote posteriori permettevano di centrare al meglio le masse. La Seven pesava circa 416 kg e disponeva quasi di 40 cv. Tutto questo sul finire degli anni ’50!

 

Nei primi anni ’70 la Caterham acquista dalla Lotus i diritti di produzione della Seven. Mai idea fu più saggia! Nel corso degli anni il modello è stato naturalmente migliorato ed evoluto, del resto in trent’anni cambiano le tecnologie a disposizione dei Costruttori e i componenti meccanici si evolvono.

Ciò che più affascina è che siamo arrivati al 2011 e la Caterham è fondamentalmente la stessa macchina di un tempo. Migliorata, ancor più efficace, ma sempre uguale a se stessa. Merito della bontà delle intuizioni di Chapman. Adesso è ingrassata di un centinaio di kg, quasi tutti in nome della sicurezza e del volante da fighetti che viene dato addirittura imbottito e rivestito. Maledetto comfort! La potenza oggi arriva ben oltre i 270 cv eppure l’emozione che regala al volante è sempre la stessa! Di profonda paura appena la si assapora perché lei è unica, non ci sono altre auto così comunicative e scattanti. Poi prendi le misure e capisci che il volante è davvero collegato con le ruote e non ci sono motorini elettrici con cui litigare in mezzo. Sembra incredibile a dirsi ma giri il volante e lei gira! E lo fa per davvero, come un kart. Del resto questo giocattolo ha più punti in comune con un go kart che con una macchina normale. Qui c’è guida allo stato puro, senza inutili fronzoli o sciccherie che aggiungono altro peso! E’ un rapporto fisico, fatto come direbbe Churchill di sudore, lacrime e sangue.

Le cose belle son quelle ottenute faticando no? Allora a che serve l’aria condizionata? La plancia in pelle color champagne in coordinato con le cuciture dei sedili?! Naa niente di tutto ciò. Per emozionarsi alla guida di un’auto serve un volante chiacchierone pronto a informarci di cosa accade là davanti, un telaio agile ma robusto come un pugile e 2 belle chiappe sensibili per sentire quando le ruote posteriori perdono aderenza. Per farla breve, serve una macchina che sia nostra complice!

 

Perché in fondo guidare è un intrigante gioco a due.