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Ford Mustang Shelby Terlingua

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50 esemplari e non uno di più per la Ford Mustang Shelby Terlingua, versione speciale che celebra i successi del Terlingua Racing Team.

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La livrea di questa Shelby richiama fedelmente il paint scheme della Mustang Shelby 350R vincitrice nel 1967 del Campionato trans-Am. Per gli appassionati della ponycar per antonomasia, il team Terlingua è una vera e propria istituzione. Fondato nella metà degli anni ’60 da Bill Neale e Carroll Shelby, è una bella storia di amicizia e probabilmente ci mostra l’animo più puro di Carroll Shelby e del modo di intendere il motorsport in America negli anni ’60. Senz’ombra di dubbio, l’avventura Terlingua Racing Team sovrasta un altro mito creato dalle mani di Carroll Shelby, la Cobra!

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Nei primi anni ’60 Carroll Shelby era solito organizzare con alcuni cari amici delle battute di caccia al cervo. Tra gli habitué di questo appuntamento fisso, che si teneva 2/3 volte l’anno, c’erano Dave Witts, Tom Tierney e appunto Bill Neale. La leggenda vuole che tutti volessero arrivare a Terlinga (Dallas, Texas) viaggiando per proprio conto, gustando l’idea di un viaggio della durata di 3-4 giorni (tutti abitavano a Los Angeles) ma Shelby era talmente persuasivo che alla fine tutti cedevano alla comodità del suo Douglas DC-3. Dopo aver acquistato quasi 81mila ettari di terra, che comprendevano anche il Terlingua Ranch, Shelby e Neale iniziarono a pensare a cosa fare per la comunità locale che li aveva sempre accolti a braccia aperte. Decisero così di aprire una scuola sfruttando le strutture già esistenti del ranch per preparare i giovani al mondo del lavoro. Far realizzare il logo fu un’idea di Tom Tierney, ex public relations della Ford Motor Company, durante una colazione a Dallas con Shelby e Neale. Come spesso accade, anche la bozza del loro logo venne fatta su di un tovagliolo e riportava un coniglio con 3 piume e il sole del Texas. Non erano certi del layout definitivo ma di una cosa erano sicuri, dovevano usare il giallo e il nero. Purtroppo per ragioni politiche i nostri non riuscirono ad aprire la scuola ma la voglia di fare non fece loro mai difetto.

Terlingua Racing Team logo patch

Il coniglio non era la scelta migliore per motivare le future generazioni e così si decise di prendere spunto dall’animale più presente in quell’area. Il logo finale aveva un bel leprotto con 3 piume ai suoi piedi. Le tre piume sotto il coniglio rappresentano le tre tribù indiane che popolavano l’area prima che venissero cacciate perché le loro terre erano ricche di cinabro da cui si estraeva il mercurio. Le tre tribù erano gli Apache, i Comanche e i Kiowa. Rimaste senza terra, le tribù si riunirono in una zona, ora chiamata Terlingua Creek, intorno l’unica fonte di acqua, il fiume Rio Bravo. Il nome della regione deriva da queste tre lingue o “Tres Lingues”, successivamente adattato come “Terlingua”. La zampa alzata della lepre indica, secondo Bill Neale, di non aggiungere altri pepe al chili!

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Il logo piacque così tanto a Shelby che suggerì di utilizzarlo anche per un team di auto da competizione, del resto lui stava sviluppando le nuove Mustang GT350-R e avrebbero così unito l’utile al dilettevole. Arriviamo al 14 febbraio del 1965 quando Shelby si presentò al Green Valley Raceway, autodromo vicino Dallas, con un’auto fatta e finita pronta per gareggiare nel Campionato SCCA. Pilotata da Ken Miles, quell’esemplare bianco con le stripes blu identificato dal codice 5R002  è stato il primo esemplare da competizione della Shelby Mustang GT350-R. Ed entrò immediatamente nella storia.

Sebring 12 H 1967

Nel paddock Bill Neale avvicinò Carroll chiedendogli se poteva apporre gli adesivi che aveva fatto preparare. Senza neanche pensarci Carroll Shelby rispose con un bel “let’s do it!” e Bill si mise subito all’opera. Le immagini di quella Mustang fecero il giro del Mondo e con essa tutti scoprirono l’esistenza del Terlingua Racing Team. 2 anni più tardi, nel 1967 arrivarono fama e gloria. Carroll Shelby aveva preparato una nuova GT350-R, affidata a Jerry Titus, con cui disputare il Campionato SCCA Trans-Am. Chiese a Bill Neale di realizzare una livrea capace di risaltare in griglia di partenza ed essere immediatamente riconoscibile. La scelta ricadde su bel giallo brillante, soprannominato dal team “Godawful Yella”, con una striscia centrale nera che percorreva tutta la lunghezza dell’auto. Per non rischiare di accecare Jerry nelle giornate assolate, Bill decise che il cofano doveva essere dipinto di nero. Il calendario del campionato prevedeva 12 eventi e con 4 vittorie e altrettanti secondi posti la Ford vince il Titolo Costruttori. A svettare tra i piloti è stato proprio Jerry Titus che ha firmato tutte e 4 le vittorie della Ford.

Il team Terlingua era sostanzialmente una costola del team di Carroll Shelby eppure ha goduto di una fama e attenzione mediatica che tanti team, anche ufficiali, non hanno mai avuto. Nato quasi per gioco, non ha perso la propria indole. Dal sito ufficiale del Team si può leggere che alla Indy 500 del 1966 Carroll e Bill si sono divertiti ad incollare l’adesivo del team su tutte le auto presenti in griglia  stando attenti a non farsi beccare. Sfortuna vuole che l’unica auto senza adesivo era la Lola motorizzata Ford di Graham Hill che… vinse la gara davanti a Jim Clark!

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Dedichiamoci ora a questa nuova Mustang Shelby Terlingua. A differenza della precedente Terlingua Mustang del 2007 che derivava dalla V6, la base di partenza di questa special è la Mustang GT motorizzata col V8 5 litri da 421cv. Dopo le attenzioni dei meccanici Shelby il V8 sviluppa 750cv, oltre 200 in più dalla 350 da cui idealmente deriva. Un incremento così corposo di cavalleria necessita di una revisione di ogni particolare dell’auto. Eibach fornisce nuove barre antirollio costruite appositamente, gli ammortizzatori sono coilover pluriregolabili, i semiassi sono forniti dalla Ford Performance e l’impianto frenante è della Brembo. Per la veste estetica è stata data carta bianca a Bill Neale26 che ovviamente l’ha voluta gialla con il cofano nero!

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I 50 esemplari hanno un costo di circa 65mila dollari, da aggiungere al costo di una GT V8.

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