ED TORQ al MAUTO

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Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

Presso i locali del MAUTO abbiamo incontrato Davide Pizzorno e Michael Robinson rispettivamente mente e cuore del concept TORQ realizzato dalla ED Design. Con la hall del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino a ospitarci, l’Azienda con sede a Grugliasco ha permesso a tanti curiosi e appassionati di toccar con mano l’auto e confrontarsi con i suoi ideatori.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

La TORQ ha fatto il suo debutto in società lo scorso mese di marzo al Salone di Ginevra. Già in quella occasione restammo molto colpiti dalle sue forme, ci ricorda le Mini 4wd della Tamiya con cui giocavamo da bambini, e dalla sua particolarità. E’ un’auto elettrica, completamente autonoma, capace in egual misura di correre in circuito la domenica quanto di accompagnarci al lavoro ogni giorno.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

E’ vero, trovare un prototipo del genere in un blog come il nostro può sembrare un’eresia. Noi che appoggiamo una macchina che si guida da sola, nonostante il nostro motto sia “the Ultimate Crazy Drivers”è un controsenso clamoroso. Ma prima di impugnare i forconi o ingaggiare vostro cugino hacker per bloccare il sito, vogliamo invitarvi ad una riflessione. Non limitatevi a giudicarla per quello che mostrano le foto e la cartella stampa (potete scaricare tutte le info qui), guardatela a più ampio raggio.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

La TORQ, che fa parte del progetto MAAL, ha come scopo primario quello di salvare vite. Ogni anno si contano più di un milione di morti sulle strade del Mondo. Purtroppo come ben sappiamo nella maggior parte dei casi la colpa è da attribuire all’errore umano. Stanchezza, un’attimo di distrazione o quella birra di troppo consumata con i nostri amici e il guaio è dietro l’angolo. Il progetto MAAL (acronimo di Mobile Autonomous Automobile Laboratory) mira allo studio e alla realizzazione di veicoli a impatto ambientale zero capaci di muoversi autonomamente e dialogare con gli altri veicoli.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

Per velocizzarne lo sviluppo, si è scelta la via dell’open source. l’ED Group, di cui fa parte l’ED Design, ha dato il via all’iniziativa ma qualunque Azienda può aderivi e dare il proprio contributo. Soluzione che potrebbe attrarre le Software Company e permettere loro di mettersi in luce. O addirittura le piccole start up che potrebbero realizzare app per far interagire l’auto con gli smart phone. Senza dimenticare la parte “hardware”, quindi rivedere il progetto per plasmarlo verso più utilizzi.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

Per noi è un’idea stupenda. Questo vorrebbe dire poter essere liberi di fare serata con gli amici o poterci rilassare giocherellando con il tablet mentre l’auto ci riporta a casa dopo una lunga giornata di lavoro. E non rappresenta il peggior modo per usare l’auto, perché lo esalta. In città, in mezzo al traffico, sotto la pioggia, tutto il lavoraccio lo compie l’auto. Nel weekend, freschi e riposati, lasciamo l’ED in garage a chiedersi perché le nostre strade sono piene di crateri da evitare e ci godiamo una bella gita in riva al lago con la nostra ragazza e una vecchia Alfa GTV 1750 che scoppietta felice in rilascio e ci strappa un sorriso ad ogni affondo, oppure uno stretto giro di telefonate e via con gli altri Crazy Drivers a sgranchire ossa e ingranaggi in pista a bordo di una cazzutissima Lotus Exige.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

L’arrivo dei cambi automatici ha reso più sopportabile l’agonia dei continui stop-start nel traffico. A questo punto, è così terribile avere un’auto che si occupa anche di fare il resto? In fondo già sono capaci di parcheggiarsi da sole e di regolare la velocità in funzione di chi ci precede. Delegarle anche l’uso del volante non è così innaturale. Ormai.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

In questo contesto, è fondamentale attribuire la giusta importanza della TORQ. E’ la showcar che deve mostrare al Mondo Automotive, e non solo, l’idea della ED Group. E’ il suo biglietto da visita. Potevano realizzare un cubo con gli spigoli arrotondati, quattro ruote e un ampio vano di carico. Il concetto non sarebbe cambiato. Ma bisogna essere onesti, un concept realizzato in questo modo chi lo avrebbe guardato? Sarebbe finito nel dimenticatoio insieme a tanti prototipi che vengono mostrati ai vari Saloni. Per catturare l’attenzione e far parlare di sé, serve un’auto cazzuta, dalle forme fortemente evocative. D’impatto. E la TORQ ci riesce appieno. Con un’altezza di poco superiore al metro e le ruote scoperte che lasciano vedere lo schema sospensivo è spettacolare!

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

Utilizza 4 motori elettrici, uno per ogni ruota. Nella piccola pinna sul tetto ci sono le telecamere che inviano tutte le informazioni alle centraline elettroniche e ai suoi passeggeri. La TORQ infatti non ha parabrezza e finestrini. Al loro posto troviamo le immagini riprese dalle telecamere, che vengono visualizzate sui monitor offrendo così una visione a 360° senza prestare il fianco ad angoli ciechi. La TORQ monta, incredibilmente, un volante e la pedaliera! Per cui si può anche utilizzare come un veicolo normale. Tecnicamente però potrebbe fare a meno degli organi di sterzo perché grazie a motori elettrici di cui è dotata, potrebbe svoltare agendo sulla differenza di velocità di ogni singola ruota. Stesso discorso che possiamo applicare alla fase di frenata.

Presentazione della ED Torq al Museo dell'Automobile di Torino ©2015 Track|FEVER.eu Photo: Stefano "BigSte" Laganà

Secondo le parole di Davide Pizzorno e Michael Robinson la TORQ potrebbe correre in circuito e sfidare altre sue simili. Un’offesa? Beh, insomma. Sì. Ma anche no. Il motorsport è una disciplina in cui i migliori piloti e i migliori tecnici si sfidano per raggiungere il top. Abbiamo visto però che in F1 le forze che regolano questo equilibrio sono cambiate. Al punto che in passato un buon pilota, anche con una scarsa auto, poteva fare la differenza. Mentre oggi non è più così, serve che l’intero pacchetto sia al suo meglio. E in tempi di Formula E, con ai pit stop il cambio di auto perché cambiare il battery pack richiederebbe troppo tempo, vedere in pista un’auto come la TORQ non è così sconvolgente. Anzi, complice la forma unica e ben distante dalle monoposto a cui siamo abituati, mostra di avere più carattere e personalità delle elettriche tanto volute da Jean Todt che solo a guardarle ti vien voglia di fare altro.

Abbiamo ripreso Michael Robinson mentre illustrava la TORQ. Chi meglio del designer che l’ha creata può raccontarvela? A questo link trovate il resto della photogallery.

 

 

ED DESIGN
MAUTO