Presso i locali del MAUTO di Torino, abbiamo assistito all’anteprima Mondiale dell’ultima creazione dell’Atelier torinese Studio Torino. Ora che i nostri Chiara e Stefano hanno ultimato la post produzione delle foto, non vediamo l’ora di mostrarvela nel dettaglio.
In Italia la pittura paesaggistica ha una lunga e celebre tradizione. Da Giotto a Michelangelo, passando per Guttuso, Giannetto e Canaletto, tanti sono gli artisti entrati nella Storia per la loro capacità di immortalare su tela le meraviglie del nostro territorio. Il Canaletto (Venezia, 1697-1768) in particolare è ritenuto, giustamente, uno dei vedutisti più capaci e talentuosi al Mondo. A quei tempi per i giovani di nobile famiglia era prassi fare viaggi d’istruzione per l’Europa, i famosi Grand Tour, e dipingere i luoghi visitati come cartoline ricordo da conservare per il resto della propria vita. Canaletto divenne conosciuto per le sue incredibili istantanee di Venezia e delle campagne inglesi. La sua fama era tale che si trasferì per diversi anni in Inghilterra, per accontentare le richieste dei grandi casati che, pur di avere un’opera del pittore italiano, erano disposti a pagarlo tre volte la cifra richiesta.
Tranquilli, non c’è un errore di trascrittura, siete su Track|FEVER e l’articolo tratta della nuova Moncenisio. Il perché di questa doverosa parantesi è presto detto. La Moncenisio non è una rielaborazione della Porsche Cayman 981. Guai a crederlo perché manchereste clamorosamente l’essenza di questa fuoriserie. E’ un dipinto, un continuo incessante omaggio alla Storia del Motorsport, alla naturale bellezza del Colle del Moncenisio e ai stilemi che da sempre fanno parte della Famiglia Stola. Un luogo così pregno di fascino e accadimenti storici che i francesi lo hanno preteso a titolo di risarcimento dai danni della Seconda Guerra Mondiale. Eh, già.
Non vi preoccupate, le incursioni di Annibale e Napoleone le trattiamo un’altra volta, adesso concentriamoci su questa meraviglia di colore Blu… Moncenisio!
Come predetto, l’auto è ricca di omaggi e citazioni. Prima di avviare il progetto, Alfredo e Maria Paola Stola in compagna del designer Daniele Gaglione (l’Alfa Romeo 8C Competizione vi dice nulla?) hanno goduto di una full immersion di 3 giorni lungo le strade e i luoghi più caratteristici del Moncenisio. Si erano imposti di carpire i colori e i paesaggi di un zona unica. Il Blu Moncenisio si rifà naturalmente al colore del cielo. Il verde degli interni in pelle pieno fiore alla vegetazione. Esattamente come Canaletto dipingeva la sua amata Venezia, Maria Paola si è occupata di scegliere le tonalità da utilizzare per verniciare il bodykit disegnato da Daniele e gli accostamenti interni.
Ma il Moncenisio non è solo un passo alpino. La prima cronoscalata al Mondo riconosciuta ufficialmente è la… Susa-Moncenisio! La gara, disputata il 27 luglio del 1902, incoronò vincitore Vincenzo Lancia su FIAT 24 Hp. Negli anni ‘20 l’azienda Stola lavora a stretto contatto con Vincenzo Lancia e il frutto della prima collaborazione sarà una maquette della futura Lancia Lambda. Flussi e riflussi storici che in 100 anni di attività trasformano la Moncenisio in un album di famiglia a 4 ruote.
Siamo abituati alla ricerca dell’eccellenza. I nostri fotografi ne sono la dimostrazione più sincera al pari delle auto che vi mostriamo. Con questa vettura tutto viene spinto all’ennesima potenza. Le citazioni non finiscono qui. Alfredo Stola è indubbiamente un appassionato Porsche. E in onore di questa passione troviamo il portellone posteriore mutuato dalla RK, modello che sostituisce, che richiama la forma di quello presente nella 904 del 1964.
Un tempo, prima dell’arrivo delle massicce sponsorizzazioni e delle livree dedicate, le auto da competizione vestivano i colori standard associati alla nazionalità di appartenenza. Ad esempio le italiane erano rosse, le francesi blu, le inglesi verdi, mentre le tedesche erano grigie. Per rendere immediatamente riconoscibili i propri piloti, nelle Porsche vi erano delle striscie di diverso colore sopra la fanaleria. Stripes che oggi ritroviamo nel bel sederotto della Moncenisio.
Il tappo per il rifornimento del carburante è stato modificato rispetto alla Cayman. Adesso la sua posizione è nel cofano anteriore decentrato sulla destra. Proprio come… la 904! Il tappo viene realizzato artigianalmente tornendo dal pieno un blocco di alluminio. A forzar la mano, potremmo dire che anche la Little Bastard di James Dean, la 550 Spyder, aveva il tappo del serbatoio sul cofano e le striscie dietro. Una dedica della dedica?! Chissà, quando incontreremo di nuovo Alfredo ci sarà un’altra domanda ad attenderlo!.
Il gruppo ruota naturalmente dev’essere all’altezza della situazione. I cerchi scomponibili in 3 pezzi da 20” sono realizzati in alluminio fucinato. Le incisioni vengono fatte al laser. Le gomme sono delle Pirelli PZero intagliate a mano. A fine lavorazione, il battistrada si compone della scritta Moncenisio! Un dettaglio che merita una menzione particolare è il tappo del cerchio. Partendo dal “solito” blocco di alluminio, viene inciso artigianalmente con il logo Studio Torino e tutta la colorazione avviene a mano.
Lo stesso procedimento viene eseguito per la targhetta identificativa sulle fiancate e quella posta nell’abitacolo, contrassegnata dal numero di esemplare. Oh già, la produzione della Moncenisio è di soli 19 esemplari. Questo che abbiamo sotto il naso è di proprietà di Alfredo ed è il nr. 1/1. Una sorta di one off di cui siamo certi mai se ne separerà, visto che porta in dote la dedica al papà Francesco.
Ci sono mille altri dettagli di cui vorremmo parlavi ma finiremmo per scrivere la Treccani della Moncenisio. Ogni volta che ci si concentra su un dettaglio, ecco che la Moncenisio si concede in una nuova rivelazione . Che sia per la particolare lavorazione o per il richiamo storico non importa. E’ sempre una continua scoperta, come per le opere del Canaletto. Guardate “regata sul Canal Grande” o “bacino di San Marco” e poi ne riparliamo.
A differenza della Studio Torino RK che sostituisce, Moncenisio adotta per intero la meccanica Porsche. L’RK era una RUF con l’abito della festa. La Moncenisio ha una mission diversa, più godibile e godereccia. Grazie alla meccanica della Cayman S, collaudata e ugualmente performante, tutti gli sforzi si sono concentrati sulla personalizzazione estetica che mostra la medesima cura delle opere di un altro grande appassionato automotive, Horacio Pagani.
Abbiamo volutamente lasciato per ultimo l’elemento che più ci è piaciuto. Immediatamente dopo le presentazioni di rito, un visibilmente emozionato Alfredo ci prende a braccetto per mostrarci orgoglioso il portellone dell’auto, impreziosito dalle firme di tutte le persone che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto. Un’idea semplice quando lodevole che la dice lunga sulla passione che anima la Famiglia Stola e l’intero gruppo Studio Torino.
Questa Moncenisio è proprio bella. Certo è diversa dalle auto che di solito proponiamo, è una gt fatta per essere apprezzata lungo percorsi guidati che non siano necessariamente delimitati dai cordoli di un circuito ma è costruita con una passione, con un’attenzione del dettaglio e un romanticismo che non è affatto fuori luogo. Lo scriviamo sempre, ci piacciono le auto che hanno un passato da raccontare e qui troviamo racchiusi in poco più di 4 metri ben 1 secolo di Storia dell’Automobilismo. Mica bruscolini!
Chiara e Stefano si sono come al solito scatenati. Per godervi tutti gli scatti fatti, compresi quelli che non sono stati pubblicati qui, il consiglio è di visionare l’album su Flickr. A seguire, le slide con le immagini dei nostri fotografi!
Chiara Salvadori
Stefano Laganà