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Alfa Romeo 33 Daytona 1968

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Ci siamo ricascati. La seduzione è donna. È vero. Senza alcun dubbio. Sedotti e abbandonati dalla 33 Stradale che vi abbiamo mostrato tempo fa, ci eravamo ripromessi di farci piú furbi. Di tener alta la guardia. Eravamo anche convinti di esserci riusciti.Credeteci.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

È bastata una telefonata, un pomeriggio di gennaio, per vedere il Mondo come un posto migliore. – “abbiamo letto il vostro articolo sulla 33 Stradale e vorremmo mostrarvi la sorellona da competizione, una Daytona del 1968”. Vi lasciamo immaginare cos’è successo dopo. Siamo saliti in cima al Monte Bianco ad urlarle il nostro amore, l’eterna fedeltà ad una bellezza senza tempo, sognata e desiderata da tutti, che si è sempre concessa a pochi, invidiatissimi, eletti. Nel sottile gioco della seduzione, noi perderemmo la partita al primo lancio di dadi. Con Lei è successo prima ancora di sederci al tavolo.

001_33 Daytona

La Direzione del Mirafiori Motor Village ci ha concesso questo incredibile privilegio, forse colpita dalla passione per quello che facciamo. O intenerita dalla nostra disarmante ingenuità. Appena entrati nello showroom ci paraliziamo. Le gambe tremano e il cervello non connette più. Lei è lì, al riparo da sguardi indiscreti. Ci guarda con fare beffardo, sa di aver vinto anche questa battaglia, sa che è lei ad avere in mano il potere. Magari la Stradale le avrà parlato di noi, di quei mollaccioni con gli occhi a cuoricino.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Alfa Romeo Tipo 33/2 Daytona. 1968.

Solo a leggerlo viene l’affanno. Senti tutta la storia di un Marchio dal glorioso passato in ogni singola vite e bullone. La 33 nasce con l’intento di conquistare il Campionato Marche che, per un Costruttore premium, rappresentava la vetrina più prestigiosa nel Motorsport su pista al pari della Formula 1. Il debutto vero e proprio avvenne alla 24 Ore di Daytona del 1968 e naturalmente non poteva che essere una vittoria!

Alfa Romeo 33 "Daytona".

In realtà fu un dominio che impressionò il Mondo intero. Tripletta di classe e auto ben classificate nelle posizione assolute. Bellissima e letale, la 33 ha dimostrato di essere a suo agio tanto in pista quanto su strada. Del resto quando un progetto nasce vincente, il successo è l’unico risultato a cui si può ambire.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Ma andiamo con ordine, senza bruciare le tappe. E’ stata l’Auto Delta di Chiti e Chizzola la struttura incaricata nel 1966 a plasmare questa meraviglia. Per l’atelier lombardo, entrato da poco nell’universo Alfa Romeo in veste ufficiale, si trattava del primo vero incarico a veder la luce partendo dal classico foglio bianco. Nata per dare assistenza ai clienti sportivi Alfa che gareggiavano con le Giulia TZ, le GT & GTA, l’Auto Delta si occupò dello sviluppo e messa in pista della Giulia TZ2. La 33 però rappresentava una sfida tutta nuova. Una sfida che andava vinta.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Per vincere occorreva ricorrere a tutte le soluzioni votate alla massima performance. Solitamente quando si realizza un’auto da competizione, la base di partenza è il modello stradale, con tutti i vincoli e restrizioni del caso. In questo caso avvenne il contrario. Si progettò e sviluppò prima l’auto da corsa e in relazione ad essa, seguì la creazione del modello civilizzato e imborghesito. La miglior soluzione per bilanciare le masse ed avere il miglior comportamento dinamico era di posizionare il motore alle spalle del pilota, in posizione centrale. Il telaio aveva come fulcro una struttura ad “H”, con un ampio elemento centrale realizzato in lega di magnesio e alluminio e due spessi longheroni ai lati in magnesio che irrobustivano l’intero corpo vettura.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Nel 1967, era già pronta la prima versione, detta periscopica, che debuttò in pista il 7 gennaio a Monza per un primo shakedown. Guidata da Teodoro Zeccoli, la vettura purtroppo rimase coinvolta in un incidente. Auto distrutta e il povero Teodoro che riportò gravi lesioni con la frattura di ben 6 vertebre cervicali e dell’osso sacro. A due mesi di distanza dal fattaccio brianzolo, la 33 era pronta per debuttare in una gara vera e propria, una corsa in salita a Flèron, in Belgio. Pronti via, la dama rossa si rivelò vincente, dominando la corsa condotta proprio da… Teodoro Zeccoli! Nessun altro pilota poteva guidarla, era la sua auto, svezzata e cresciuta a modo, non avrebbe mai permesso ad altri uomini di pilotarla alla sua prima uscita. Al debutto in società. Chissà, molto probabilmente Teodoro è stato il primo ad aver subito il fascino di questa creazione.Eh cara 33, quanti cuori avrai sedotto dal ‘67 ad oggi? Il proseguo della stagione non sorrise agli uomini Alfa, ma il morale era comunque molto alto. Quella stagione serviva come banco di prova per sviluppare l’auto in vista del 1968, anno in cui le cose si divennero ben più serie.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Alfa Romeo 33 "Daytona". Il 1968… un anno di grande fermento. La versione ormai definitiva della 33 era pronta per correre nelle più importanti tappe del Mondiale Sport Prototipi. Gare come la 24 Ore di Daytona, 24 Ore di Le Mans, 12 Ore di Sebring, 1000 km di Monza e Nurburgring, fino alla massacrante Targa Florio. Inoltre al Salone di Ginevra il grande pubblico poteva godersi, in veste definitiva, la versione Stradale, che portava in dote tutte le innovazioni testate in pista.

 

All’inizio della stagione, LEI aveva un nuovo V8 2 litri, derivato dal vecchio propulsore Busso ma affinato e dotato della doppia candela per cilindro. La potenza era di 290cv e dovevano smuovere una massa di soli 580kg. La carrozzeria realizzata in vibra di vetro pesava, compresi fari, portiere ed eventuali splitter 55kg. Nelle gare di durata come Daytona e Le Mans, la potenza veniva limitata a “soli” 260-270cv. Un accorgimento necessario per non affaticare il motore, scongiurando possibili rotture e per ridurre il consumo di carburante.

 

A Daytona l’Auto Delta sfoderò un dream team di grandissimo spessore. Lo zoccolo duro era rappresentato dai piloti che facevano parte della truppa ufficiale Alfa e che correvano con le Giulia TZ e GTA, come Zeccoli, Galli, Giunti, Dini e De Adamich. A questi si unirono Mario Andretti, Bianchi, Biscaldi, Casoni, Cella, Pinto, Vaccarella e Schutz.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

In tutto vennero schierate sette vetture. Cinque 33/2 e due Giulia Sprint GTA. Non tutte e cinque le 33 corsero però. La #21 di Nanni Galli e Ignazio Giunti subì un incidente durante le prove e la #22T assegnata a Mario Casoni in realtà servì come muletto per cui prese parte solo alla prima giornata di prove. Le restanti 33 che presero regolarmente il via e tagliarono il traguardo erano

#20 di Udo Schutz e Nino Vaccarella. E’ l’equipaggio che regalò le maggiori soddisfazioni. Si qualificarono in 9° posizione e tagliarono il traguardo in 5° posizione assoluta, 1° di classe, guidando la tripletta Alfa.

#22 di Mario Casoni, Giampiero Biscaldi e Teodoro Zeccoli. Qualificati 13esimi si sono aggiudicati la 7° piazza.

#23 di Mario Andretti e Lucien Bianchi. 11° in qualifica e 6° nella classifica finale. C’era un terzo pilota iscritto ma che non gareggiò con la vettura #23, Leo Cella. Leo correva anche con la Giulia GTA #24 insieme a Giampiero Biscaldi e Teodoro Zeccoli. Con Biscaldi e Zeccoli impegnati a portare la 33 al secondo posto di classe, toccò a Leo fare gli straordinari e difendere l’onore della piccola GTA. Piccola e agguerrita perché riuscì comunque a piazzarsi in 20esima posizione finale.

L’ultima auto rimasta, la GTA #25 di Enrico Pinto e Spartaco Dini purtroppo non riuscì a finire la gara, un vero peccato.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

La gara non presentò clamorosi colpi di scena, lasciando il compito di stupire tutti solo al termine delle 24 ore. La gara del 1967 è entrata nei cuori di tutti gli appassionati per l’arrivo in parata delle tre Ferrari 330 P3/4. Beh, nel ‘68 le parate son state ben 2! Le Porsche 907 dominarono la gara e passarono sotto la bandiera a scacchi una affianco all’altra. Grazie al motore da 2,2 litri gareggiavano per la vittoria assoluta. Nessuno però, si aspettava di vedere una 33 così competitiva. Tre auto al via e tutte e tre hanno tagliato il traguardo, ben figurando e in posizioni di rilievo.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Naturalmente ci siamo soffermati maggiormente alla gara di Daytona perché è il modello che abbiamo immortalato. Ampliando un po’ il discorso ai successi della 33 2 litri… beh la bacheca trofei di questa femme fatal è di tutto rispetto. Nel ‘68 collezionò 15 vittorie assolute e 6 di categoria. E se vi aggiungiamo anche le 14 assolute e 13 di categoria del ‘69 si può facilmente intuire quanto fosse ostica da battere per la concorrenza. Talmente tosta che venne considerata la miglior 2 litri di sempre tra gli Sport Prototipi, al punto da mettere in ombra Ferrari e Porsche. Nel 1970 le 2 litri passarono in mano ai privati, Chiti aveva preparato un nuovo motore da 3 litri e 410cv per le bestiacce ufficiali!

Alfa Romeo 33 "Daytona".

La nostra giornata con LEI volge ormai al termine. Il tempo a disposizione è finito e neanche ce ne siamo accorti. E’ stata bravissima la 33, poteva divorarci in un solo boccone e invece si è lasciata fare un po’ di tutto. Ci ha assecondato e ha voluto dare il meglio di sè. Con rispetto certamente, ma è stata una gran donna! Non finiremo mai di ringraziare i responsabili del Mirafiori Motor Village. Di una disponibilità disarmante, che ha messo in imbarazzo anche delle faccie da schiaffi come le nostre. E come non ringraziare l’Alfa Romeo, soprattutto il Museo Storico Alfa Romeo che ha messo a disposizione l’auto.

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Ciao 33, ci vediamo presto, in questi giorni ti abbiamo dedicato un sacco di sonetti e canzoni d’amore che desideriamo tanto regalarti!

Alfa Romeo 33 "Daytona".

Alfa Romeo 33 "Daytona".

 

Per godervi il resto delle foto realizzate dai nostri fotografi Chiara & Stefano in grande formato, l’invito è di sfogliare gli album presenti su Flickr e nella fanpage del Blog.

 

NB

Solo per la Targa Florio, i motori venivano ulteriormente potenziati. La cilindrata passava a 2,5 litri e la cavalleria raggiungeva i 310cv. Certamente non valore di rilievo in senso assoluto, ma sufficiente per far volare le Alfa garantendo loro ottimi margini di affidabilità.

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