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THE ULTIMATE CRAZY DRIVERS

Miata turbo 300cv

Con questa 2 posti secchi Mazda si è tolta un bel lusso. Non solo ha riscoperto un segmento di mercato ormai abbandonato, ma anche affondato il colpo prendendo a calci i Costruttori d’Europa.

Piccola, spartana, ben bilanciata e con un abitino creato da un sarto ispirato. Mazda, con la Miata, è arrivata prima di tutti. Ed è  solo grazie a lei se poi son arrivate Z3, Boxster, SLK, sorelline e sorellone varie.

Ma sì, che importa, son passati tanti anni! Ci vogliamo finalmente dedicare a questa Mx5, protagonista del magazine Modified? Complice il buon prezzo d’acquisto (nuova o usata rimane comunque un buon affare), la facilità di preparazione e la quantità imbarazzante di divertimento che può regalare, la Miata è sempre stata protagonista di elaborazioni interessanti.

Trapianti con motori Chevy V8, con il rotativo delle Rx7/Rx8 sono all’ordine del giorno. E poi ci sono appassionati come Andy Rowe che preferiscono interventi meno radicali ma comunque importanti!

Andy per elaborare la sua grigia Miata ha montato una turbina Garrett e dopo aver messo a punto ogni particolare per rendere performante e affidabile la meccanica, si è ritrovato con un mostriciattolo a trazione posteriore con ben 300cv sotto il culo. Non male!

La trasmissione è a 6 rapporti ed è stata scippata, in blocco col differenziale, da una Rx7 (speriamo non ferma in qualche parcheggio), coilover TEIN per dare una mano alla guidabilità mentre le pinze freno sono della Wilwood.

I cerchi sono dei Work modello Equipe 01 da 15″. I fianchetti costituiscono un kit carrozzeria costruito dalla AWR. L ‘abitacolo è stato parzialmente svuotato per recuperare peso, la capote in tela è stata rimossa e non si può non notare il roll bar che protegge autista e passeggero in caso di incidente. Il volante Nardi originale non è stato per fortuna sostituito. Per leggere la storia e gli sviluppi di questa Miata, vi rimandiamo all’articolo orginale di Modified, dove troverete anche l’elenco completo dei tanti lavori fatti.

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